13 giugno 2017
ALLEGRO CON BRIO - RICORRENZE IN MUSICA - DOMENICA 18 GIUGNO
13 giugno 2017
Per celebrare la Festa della Musica, domenica 18 giugno alle 17 alla Sala dei Teatini è in programma l'appuntamento conclusivo di Allegro con Brio e Ricorrenze in Musica. Il concerto, a ingresso libero, vedrà protagonista il Quartetto Poncet/Guerra/Missaglia/Decimo con un suggestivo programma su musiche di Domenico Gallo, Johann Sebastian bach, Jacques Ibert, Manuel De Falla.
Erroneamente attribuite a Giovanni Battista Pergolesi, le Triosonate di Domenico Gallo rappresentano un’eccellente testimonianza di quanto la musica barocca abbia influenzato i compositori dei secoli successivi. Durante l’ascolto del primo movimento della Triosonata n. 1 in sol maggiore sarà facile riconoscere un motivo familiare: Stravinsky ha infatti utilizzato alcuni temi per la stesura delle musiche del balletto Pulcinella.
Anche la Triosonata dall’Offerta Musicale è caratterizzata dalla presenza di un tema dominante. Fu infatti Federico II a proporre la melodia fortemente cromatica sulla quale Johann Sebastian Bach compose una raccolta di fughe, canoni ed una sonata per flauto, violino e basso continuo. Si tratta di una sonata da chiesa in quattro movimenti in cui il contrappunto e la fuga sono gli aspetti caratterizzanti e salienti del discorso sonoro. Il tema regio viene esposto estesamente con ricchezza di accenti ed idee melodiche, con lo scopo di esaltare e valorizzare principalmente il flauto, lo strumento reale per eccellenza.
Jacques Ibert riuscì a riassumere il suo approccio generale e l'atteggiamento verso la musica in poche parole significative: "Voglio essere libero ed indipendente dai pregiudizi che dividono arbitrariamente i difensori di una certa tradizione e i partigiani di una certa avanguardia". La ricerca della libertà musicale significava l’allontanamento dalle due tendenze artistiche che dominavano la scena musicale francese alla fine del ventesimo secolo, l'impressionismo francese e l'espressionismo tedesco. Nelle sue composizioni, Ibert ha rianimato l'equilibrio ed i processi chiaramente riferibili a stili musicali precedenti, rielaborandoli in termini contemporanei e altamente personali.
De Falla compose il Concerto per clavicembalo e cinque strumenti fra il 1923 e il 1926 e lo dedicò alla celebre clavicembalista Wanda Landowska, che partecipò alla prima esecuzione avvenuta a Barcellona il 5 dicembre 1926 sotto la direzione dell'autore. Le altri parti vennero interpretate da cinque solisti dell'orchestra di Pablo Casals, e cioè il flautista Vila, l'oboista Carles, il clarinettista Nosi, il violinista Enrico Casals e il violoncellista Dini. Il brano è diviso nei tre tempi tradizionali; la forma si richiama ai modelli classici, ma lungo una linea di concisione e sobrietà e lontano da quello spagnolismo brillante ed estroverso che caratterizza i pezzi più popolari e universalmente noti di Falla. Il linguaggio armonico oscilla fra diversi piani tonali e gli strumenti sono trattati in modo differente: normali le sonorità dei legni, più incisive quelle degli archi e più sontuose e prolungate quelle del clavicembalo, pur ricche di fioriture, trilli e mordenti.
Il Concerto si apre con un Allegro costruito secondo il modello della forma-sonata. Il tema principale è ricavato da una canzone del XVI secolo di Juan Vazques, i cui primi versi dicono: De los alamos vengo, madre (Vengo dai pioppi, madre). E' un canto popolare e brillante, su cui il clavicembalo dispiega suoni di chitarra dei gitani spagnoli. Il Lento successivo ha una intonazione religiosa, quasi liturgica, nello stile dei polifonisti antichi. Il clavicembalo alterna una successione di accordi maggiori e minori, mentre gli altri strumenti concorrono a creare una specie di inno processionale, fino alla cadenza conclusiva piuttosto ampia e solenne. L'ultimo movimento è in tempo vivace in 3/4 e 6/8 e si richiama ai ritmi della danza spagnola ed anche all'eleganza stilistica della musica di Domenico Scarlatti, un compositore molto apprezzato e studiato da Falla, che nel flessibile scherzando usa un tipo di scrittura più disinvoltamente moderno.